Francesco NICOLOSI FAZIO – Geologia e sociologia (la scomparsa della borghesia)

 

Lo stato delle delle cose

 

 

GEOLOGIA E SOCIOLOGIA

In atto la scomparsa della borghesia.

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Le recenti e crescenti alluvioni hanno messo a contatto le tematiche geologiche con quelle sociali. Il costante stato di degrado dei suoli è determinato in gran parte dall’abbandono dei campi in quota che, durante le precipitazioni, soffrono il dilavamento dei terreni e determinano l’ingrossamento dei corsi fluviali. Ricordiamo quando a Messina, anni fa nella frazione di Giampilieri, l’alluvione causò molte vittime. L’allora presidente della repubblica, dall’alto dell’asciutta collina del Quirinale, sentenziò: “E’ colpa dell’abusivismo”; in realtà l’alluvione colpì case di oltre trecento anni di vita, certo non abusive. L’abbandono delle colline sopra Messina aveva causato il disastro, nonostante il parere del presidente. La problematica sociologica dell’abbandono dell’agricoltura, si tramuta in una conseguenza geologica, con frane e smottamenti.

Ma ecco che si può invertire il criterio, sempre in tema di acque e geologia: Dalla geologia si possono trovare analogie con la sociologia.

Chi ha intrapreso ricerche idriche in località prossime alle coste marine sa che lo strato di acqua dolce potabile è molto esiguo e che l’estrazione dell’acqua va eseguita con parsimonia ed attenzione, in quanto l’acqua salata, amara, non potabile ed a volte inquinante, è immediatamente sotto quella dolce, mentre subito al di sopra della falda potabile il terreno è asciutto ed arido.

Oggi l’analogia della geologia, con la condizione della società nei paesi sviluppati, pone la borghesia come la falda potabile sempre più sottile e stretta tra l’aridità della classe soprastante e la capacità inquinante degli strati più bassi. Lo spazio vitale della borghesia si è ridotto al minimo in quanto oppressa dalle classi dominanti che la stritolano dall’alto e spingono verso il sottoproletariato i sottostanti borghesi inghiottiti nel sottoproletariato, come evidente per la totalità delle nuove generazioni.

La grande crisi, vera terza guerra mondiale, raggiungerà l’obbiettivo di distruggere la borghesia, per omologare tutto il mondo rendendolo un enorme unicum, dove il modello è il terzo mondo: una classe dominante irraggiungibile e una massa di sottoposti che non possono sperare di veder riconosciuti i loro diritti. I più evidenti esempi sono i giovani di oggi: generazione 500 euro.

In Cina si è dato rimedio al notevole numero di suicidi degli operai nelle fabbriche, che trovano la morte lanciandosi dalle finestre. Si è migliorata la funzionalità delle fabbriche, circondandole di grandi reti che possono fermare gli aspiranti suicidi ad un’altezza idonea. Ecco il modo con cui si riesce a pensare ai “bisogni della gente”. In Cina forse non è mai esistita una borghesia, come da noi un tempo intesa.

Le “riforme” in atto portano l’Italia ad essere “competitiva” anche con la Cina, certamente per i livelli salariali. Per quanto riguarda l’efficienza dello stato ci vorrà molto più tempo. Per una caratteristica, in realtà, siamo molto vicini alla Cina: la corruzione. Due culture millenarie dedite alla tangente, che hanno sempre considerato il cittadino solo un suddito.

Mi ostino a definire il vigente potere mondiale MAFIASCISMO.

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