Editoria- I nodi al pettine. Crisi senza prospettive per il gruppo “La Sicilia”
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I NODI AL PETTINE
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Sfruttamenti (del personale) mai sanati, crisi senza prospettive per il Gruppo “La Sicilia” (diretto da Mario Ciancio)
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(gazzettadelmezzogiorno)- L’emittenza televisiva regionale è al collasso: pochi mesi fa sono stati licenziati 17 dipendenti di “Telecolor” mentre la redazione di “Telejonica-Rete8” è stata totalmente smantellata. Oggi, invece, è stata avviata la procedura di mobilità per 16 dipendenti della storica emittente tv “Antenna Sicilia”, battezzata nel giugno del 1979 dal conduttore Pippo Baudo. Gli esuberi riguarderebbero sia i giornalisti che i tecnici. Come conferma la giornalista Flaminia Belfiore, volto di rete, “tra 75 giorni la redazione sarà azzerata” e, di conseguenza, “non ci saranno più né tg né Insieme”. Rimarrebbero, quindi, soltanto televendite e repliche; soppressi tutti i programmi d’informazione. Addio anche al programma condotto da Salvo La Rosa che per anni è stato fiore all’occhiello del principale canale televisivo siciliano, vetrina di promozione per centinaia di artisti. Non è bastato, quindi, il contratto di rete, ovvero l’unificazione dei dipendenti di Antenna Sicilia e Telecolor, per risanare i conti del gruppo Ciancio.
“Antenna Sicilia rinuncerà completamente all’informazione e all’intrattenimento con il taglio di 16 posti di lavoro tra tecnici e giornalisti, peraltro senza stipendio già da alcuni mesi. Ancora una volta la proprietà riconducibile alla famiglia Ciancio ha deciso tagli drastici senza essere in grado di proporre almeno una traccia di piano industriale, una sola idea di rilancio o di tentativo di frenare la corsa verso il burrone, un’ipotesi anche misera di tutelare i lavoratori e la stessa mission dell’azienda” scrive l’Assostampa. A pesare sui conti del gruppo anche l’istanza di fallimento presentata dai 6 giornalisti di Telecolor licenziati 9 anni fa. “La famiglia Ciancio ha dimostrato di essere un cattivo pagatore non rispettando la sentenza della Cassazione che la condanna al pagamento di quanto dovuto per un licenziamento illegittimo” scrivono in una nota. Infine all’editore Mario Ciancio Sanfilippo sono stati sequestrati 12 milioni di euro tra titoli e azioni depositati in Svizzera oltre che la somma in contanti di 5 milioni. Secondo la Procura avrebbe “apportato un contributo causale a Cosa Nostra catanese” e a breve si dovrà decidere sull’eventuale processo per concorso esterno all’associazione mafiosa.