Sauro BORELLI- Per amore e amicizia (“Violette”, il nuovo film di M. Provost)

 

Il mestiere del critico

 

PER AMORE E AMICIZIA

 

“Violette”, il nuovo film di Martin Provost

****

Martin Provost ha una attrattiva tutta sua per le figure femminili di robusto carattere e di qualche inclinazione artistica. E su tale traccia ha realizzato (tempo fa) un buon film di impianto sofisticatamente biografico dedicato alla pittrice francese dalla composita indole selvaggia e raffinata, Séraphine de Sanlis che dai foschi luoghi della Francia del nord salì alla notorietà grazie all’avallo critico dello studioso amico Uhde. Cosa che non le risparmiò, alla distanza, l’acquietarsi della sua passione creativa e delle tante altre passioni il ricovero e la morte in manicomio.

Ora, dopo la sapiente rievocazione del film Séraphine, Provost, senza peraltro ricalcare in alcun modo l’analoga vicenda di un’altra donna di volitiva indole, quale Violette Leduc (1907-1972), propone con il suo nuovo lungometraggio, intitolato semplicemente Violette, più che una storia un mannello di episodi, di ricordi, di sogni, di ossessioni legati appunto al divenire – da inappagata sposa ai tempi di guerra di un irresoluto marito omosessuale, alle frequentazioni più o meno trasgressive di personaggi inquieti – una tormentata scrittrice, che pur dotata di estro e fantasia pregevoli, non sa darsi regole, comportamenti univoci, fertili, divagando costantemente tra i postumi di una infanzia-adolescenza irrisolte (tanto da ritenersi “la bastarda”, titolo del suo libro più artisticamente compiuto).

Violette – diremmo – è un film dettato più da una stilizzata riflessione (scandito com’è dal principio alla fine da specifici capitoli rispondenti alle alterne figure del racconto globale) che da una convenzionale progressione narrativa. L’avvio è dato dall’entrata in scena della presenza continua, appunto, di Violette di volta in volta risucchiata, suo malgrado, in rapporti affettivi e sentimentali confusi, disorientati, e dalla dominante passione per la scrittura che ella pratica con assoluta dedizione alla verità delle cose.

In atmosfere sempre desolate, segnate dall’indigenza e da rapporti sempre problematici con una realtà grigia, poco gratificante, l’aspirante scrittrice trova di tanto in tanto qualche estimatore e alcune attestazioni d’affetto. Ma l’ambiente editoriale e letterario dell’epoca – l’immediato secondo dopoguerra – non concede certo spazi né possibilità ad una qualsiasi carriera per l’ansiosa Violette.

L’incontro risolutivo anche per questa contraddittoria “anima persa” (tra slanci patetici e azzardi sessuali rovinosi) si verifica allorché sulla sua affannata parabola umana si intersecano la vita e altresì l’esempio rigoroso, aristocratico di Simone de Beauvoir, autrice sulla cresta dell’onda e oltretutto prodiga amica nel dare la propria autorevole malleveria sull’arte, appunto, di Violette Leduc.

Il sodalizio culturale tra Simone e Violette non segue le tracce di una vera e propria intesa cordiale, ma consiste piuttosto in una sintomatica prova di “alleanza tra donne”, specie quando la più nota, dotata, Simone, coi suoi celebri libri Il secondo sesso e I mandarini, fornisce chiara, inequivocabile testimonianza di una ricerca, di un intuito davvero geniali, di una espressività nuova, avanzata accanto alle prove originali dell’amico e sodale Jean-Paul Sartre.

Non c’è patetismo di sorta in questo Violette di Provost ma prende corpo piuttosto una ricerca continua, ostinata da parte del personaggio centrale di verifica, di confronto col ritratto dai lineamenti stagliati di Simone de Beauvoir – vista e vissuta come l’emblema della perfezione esistenziale – che nell’ambiente dei grandi editori e degli spazi artistici in generale si muove con eleganza, autorevolezza, senza peraltro disattendere la propria solidarietà per la desolata Violette. La quale, giunta finalmente alla notorietà (nel 1964) con il successo della Bastarda, darà infine pace ai suoi privatissimi tormenti (nel 1972) nell’acquietata contemplazione della Provenza. Un approdo comunque felice.

Author: admin

Share This Post On