Pietrasanta, La Versiliana- “Otello” di Shakespeare.Regia di Carlo Sciaccaluga (24 luglio)

 

Fondazione La Versiliana -Comune di Pietrasanta

OTELLO

di William Shakespeare

Traduzione di Carlo Sciaccaluga

con Filippo Dini, Antonio Zavatteri, Camilla Semino Favro, Roberto Serpi, Alberto Giusta, Mariella Speranza, Andrea Nicolini, Silvia Biancalana

Scene e costumi : Catherine Rankl – Luci: Sandro Sussi

Musiche originali :Andrea Nicolini

Regia di Carlo Sciaccaluga

Produzione : Compagnia degli Incamminati /Compagnia Gank i

in collaborazione con La Versiliana Festival

Venerdì 24 luglio 2015  –  ore 21,30

 

Note di regia:

Di tutte le tragedie di Shakespeare, “Otello” secondo me è la più impressionante e la più terribile. Dal momento in cui nel cuore di Otello si insedia la gelosia, il cuore e la mente dello spettatore sono stretti in una morsa. Amore, pietà, paura, speranza e timorosa sospensione dell’animo lo attraversano. Forse non esiste argomento più eccitante della gelosia sessuale che sale all’intensità della passione; sono sentimenti che comportano un senso di vergogna e di umiliazione, e per questo spesso si tengono nascosti. Perché una gelosia come quella di Otello converte la natura umana nel caos, e libera la bestia che è nell’uomo. Artefice di questa liberazione è forse il più grande tra i “villains” shakespeariani, Iago, in cui il male si dispiega sotto forma di una superiorità intellettuale comune solo ad Amleto e Falstaff. Per dirla con Harold Bloom, Iago è uno straordinario psicologo e drammaturgo, e il primo esteta della storia occidentale.

Protagonisti di questo allestimento sono attori di provato talento, Filippo Dini e Antonio Zavatteri, che negli ultimi anni hanno ottenuto meritati riconoscimenti a livello nazionale.

In un’ambientazione ibrida tra il Medio Oriente antico e la prima Guerra del Golfo, con l’isola di Cipro immaginata come un decadente avamposto di Occidente accerchiato da un nemico “diverso” culturalmente, che si teme ma non si conosce davvero (situazione di cui tanti esempi abbiamo oggi), sullo sfondo del tema della diffidenza razziale e culturale si consumerà lo scontro tra “il parto mostruoso” dell’intelligenza di Iago, e la natura romantica e primitiva di Otello. Uno scontro che porterà alla più insopportabile delle sofferenze, quella dell’innocente Desdemona, e alla sensazione di una civiltà occidentale che crolla sotto il peso delle proprie stesse conquiste culturali.

La messa in scena risponderà a un’esigenza che avverto sempre più diffusa, quella di trovare una nuova via che superi l’odiosa distinzione tra spettacoli “colti” e spettacoli “popolari”, gli uni spesso cerebrali e incomprensibili, gli altri ammuffite messe in scena. La nostra ambizione, invece, è di fare del nostro “Otello” uno spettacolo sia colto che popolare, che emozioni il pubblico ma che, come diceva Bertolt Brecht, gli stia anche “un passo avanti”.

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Valentina Pierotti
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