Umberto ROSSI*- Cinema. Recensioni brevi (“Louisiana”, “Ex Machina”, “Big game-Caccia al Presidente”)

Cinema    Recensioni brevi

DUE FILM RECENTI
Louisiana (The Other Side)

“Luoisiana”, un film di Roberto Minervini

Sceneggiatura di Roberto Minervini e Denise Ping Lee

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La Louisiana fa parte degli Stati Uniti, si colloca nella parte meridionale del paese confinando con Texas, Arkansas, Mississippi, mentre a sud si affaccia sul Golfo del Messico. La capitale amministrativa è Baton Rouge, ma la città più grande e famosa è New Orleans. Possiamo considerarla una parte tipica di quella che solitamente è definita l’America profonda.

Qui il documentarista Roberto Minervini ha girato Louisina (Th Other Side) un documentario che, sotto l’aspetto della registrazione oggettiva di fatti e personaggi, nasconde una storia vera e propria. E’ quella di Mark e della sua compagna Lisa che sopravvivono in condizioni di miseria disumana drogandosi (sono loro stessi a produrre la roba) e facendo l’amore in modo selvaggio quale unica alternativa a una condizione d’incredibile degrado. Il loro contraltare sono le milizie volontarie, costituite in parte da reduci delle spedizioni in Afghanistan e Iraq, che odiano il presidente Obama e immaginano un continuo stato di guerra con un potere federale, vissuto come qualche cosa di estraneo, oppressivo, invadente. Il solo valore che riconoscono è quello della forza delle armi che scaricano con cieco furore contro una carcassa di automobile in cui hanno collocato una maschera del presidente. E’ una radiografia inquietante in cui il cineasta non esprime pareri o giudizi, ma la coglie con una macchina da presa che è essa stessa un giudice implacabile.

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“Ex Machina”   Regia Alex Garland

Sceneggiatura  di Alex Garland

Interpreti: Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander, Chelsea Li, Evie Wray, Sonoya Mizuno, Corey Johnson, Deborah Rosan.

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Ex Machina è l’opera prima dell’inglese Alex Garland che affronta un tema di fantascienza già sfruttato altre volte, ma lo fa con un gusto per le immagini e una precisione nei caratteri degni di nota. Un programmatore di computer, giovane e geniale, è scelto da una sorta di inventore alcolizzato e, quantomeno, eccentrico per partecipare ad un esperimento in cui si verificherà la reattività sentimentale di alcune donne androidi da lui create.

La cosa avviene in un edificio fantascientifico, immerso nella natura e praticamente inaccessibile sia per volontà del proprietario, sia perché del tutto isolato dal resto del mondo. L’esperimento ha un esito tragico in quanto l l’esemplare più avanzato delle donne meccaniche reclama un’esistenza piena, si ribella al creatore e allo sperimentatore, uccide il primo e rinchiude il secondo no nel maniero per avviarsi liberamente alla vita. Dicevamo che il tema non è nuovo, basti pensare alle storie del Golem e di Frankenstein, ma a fare la differenza è l’umanissima partecipazione del regista al destino di queste macchine desiderose di emozioni e vita. Potremmo dire che la forza del film è nel rovesciamento del canone tradizionale che vuole l’automa sfuggire al controllo del suo creatore per desiderio di potenza e non per scelta vitalistica. Un elemento di pregio aggiuntivo è nella precisione e purezza fotografica dei paesaggi e delle scenografie che contrappongono e alternano la bellezza incontaminata dei luighi naturali all’algida e disumana perfezione degli interni avveniristici.

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“Big Game-Caccia al Presidente”
Sceneggiatura di Jalmari Helander

Interpreti: Samuel L. Jackson, Onni Tommila, Ray Stevenson, Victor Garber, Mehmet Kurtulus, Ted Levine, Jorma Tommila, Risto Salmi, Felicity Huffman, Jim Broadbent.

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Novità e interesse di Big Game – Caccia al Presidente del finlandese Jalmari Helander durano solo qualche decina di minuti per poi stemperarsi nel solito action movie fracassone e improbabile. Un gruppo di terroristi, meglio di delinquenti che mirano solo al denaro, decide di rapire il Presidente degli Stati Uniti nei cieli della Finlandia durante un trasferimento verso Helsinki ove si terrà un importante prevertice del G8.

La cattura avverrà con l’abbattimento dell’Air Force One e dei caccia che lo scortano, il tutto con la complicità di un gruppo legato al vice – presidente che prenderà il posto del rapito. Sfortunatamente per i congiurati il prezioso ostaggio, catapultato dall’aereo in fiamme in una capsula di sicurezza, incontra nel bel mezzo di una fitta foresta un tredicenne che sta compiendo il rito d’iniziazione alla caccia e che, all’occorrenza, si dimostrerà abile e coraggiosissimo. La prima parte, quella in cui i due personaggi procedono ciascuno per la propria strada, offre qualche motivo d’interesse che scema allorché il film diventa un prodotto d’azione banale e improbabile quanto pochi. La regia sfrutta, anche se in modo parziale, il paesaggio suggestivo della foresta, ma soffre della prestazione attoriale di Samuel L. Jackson che sembra capitato per caso in una storia che non capisce e poco gli interessa. Molto meglio la prestazione del giovane Onni Tommila anche se convinto che il suo personaggio richieda un’espressione perennemente ingrugnita. In poche parole il classico fondo di magazzino ingiustamente sottratto all’oblio che merita.

-Umberto Rossi, che ringraziamo, è direttore di Cinemaeteatro.com e collega di Cinemasessanta

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