Francesco NICOLOSI FAZIO- Ricercato (“Si chiamava Gesù”, ideato e diretto da E. Puglia. Catania, Castello Ursinio)

 

La sera della prima

 

 

RICERCATO

“Si chiamava Gesù”

Brani tratti da: “La buona Novella” di Fabrizio De Andrè e “Gesù figlio dell’uomo” di Gibran Kalim.  Ideazione e regia: Emanuele Puglia. Musiche rielaborate da Gianluca Cucchiara.  Con: Carmela Buffa Calleo e Emanuele Puglia.  Scene e costumi Giuseppe Andolfo.

Al Castello Ursino – Comune di Catania – Assessorato alla Cultura

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Quasi una laica rappresentazione sacra. Complice la splendida location del cortile del “Castello Ursino” si poteva pensare di partecipare ad una rappresentazione dell’epoca medievale, del milleduecento, epoca del maniero. L’umida serata di strascico di primavera aveva le caratteristiche del periodo pasquale, quando l’incerto clima rende onore a Gesù risorto, che uscendo sul sagrato, in simulacro, fa aprire il cielo al sole. Tante immagini del passato che si sovrappongono nel ricordo, spinto dal sacro cercare. La ricerca appunto è il tema.

Per produrre “La buona Novella” Fabrizio De Andrè impiegò diversi anni di ricerca tra i sacri testi, ma anche e soprattutto sui “Vangeli apocrifi”, i Vangeli tramandati e rielaborati dalla cultura popolare. Ovviamente questi ultimi meglio si prestavano ad una interpretazione meno “ufficiale”, per un tema che si impernia sul mistero di Gesù, Dio che volle farsi uomo.

La ricerca è stata irrobustita da Emanuele Puglia, completando i brani musicali con brani in prosa tratti da Ginran Kalim. Una messa in scena coerente e calibrata, ben disposta tra canto e vicenda, tra tragedia e mistero. Emanuele ha particolarmente raccordato il canto con la prosa, mediando una particolare resa delle canzoni, che si scioglievano nel dialogo musicato. Per contrappunto Carmela Buffa Calleo ha dato voce ad una interpretazione dei brani musicali forte e sonora, grazie alla splendida voce, quasi imbarazzante, che ricorda la giovanissima Mina, con in più perfette sfumature attoriali, ignote alla totalità dei cantanti italiani.

Uno spettacolo ben recitato, serio e compatto, che raggiunge meglio il bersaglio presso i cinquantenni, che spesso, anche tra le onde dell’estate, sono di nuovo alla ricerca.

Di quello che in tanti modi si chiama Dio.

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