Francesco NICOLOSI FAZIO- Mafiascismo (“La mafia è un’idea”.testi di Giuseppe Fava, regia di M.Tuccitto. Teatro Coppola, Catania)

 

 

 

Lo spettatore accorto



MAFIASCISMO

 

“La mafia è un’idea”. Su brani tratti da scritti di Pippo Fava (nella foto). Ideazione e regia: Massimo Tuccitto.   Con: Massimo Tuccitto, Luigi Maria Rausa, Laura Giordani, Mimmo Aiola agli strumenti.    Al Teatro Coppola – Teatro dei cittadini – Catania.


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Per la città di Catania la data del 6 gennaio 1985 è uno spartiacque. Il delitto Fava è la fine certificata di una finta illusione: “la mafia a Catania non esiste”. Questa pietosa bugia è rimasta soltanto patrimonio del repertorio da avanspettacolo di qualche avvocato penalista etneo, che viene perfettamente parodiato da Saro Fiorello. Prima del  6.1.85, chi con la mafia magari banchettava lautamente, era sempre pronto a giurare che a Catania c’era solo “normale delinquenza”; erano le stesse persone che inauguravano i negozi di Santapaola.

Lo spettacolo di Massimo Tuccitto ha proprio nella vita di Pippo Fava e nella sua morte, un concreto appiglio alla realtà, divenuta ormai storia. Un articolato susseguirsi di scene e canti riconducono ai  vari aspetti della problematica mafiosa: l’imprenditore che si oppone al pizzo, poi ucciso, l’avvocato azzeccagarbugli che, come il personaggio manzoniano, è colluso, la vittima di mafia, la delirante pubblicità televisiva per le prestazioni di un esecutore mafioso (killer). Emblematica la vicenda del licenziamento di Pippo Fava da direttore del neonato Giornale del Sud, quando questo osò parlare di mafia e cavalieri del lavoro, nei primi anni ottanta. Poi Fava, dopo aver fondato la  rivista “I Siciliani” ed avendo ripreso l’argomento tabù, venne ucciso dalla mafia..

Uno spettacolo serio e leggero, imperniato sul duetto tra Luigi Maria Rausa  (perfetto nel registro comico, come pure nel drammatico e nel grottesco)  e Laura Giordani, che con le note di Mimmo Aiola riempie la sala con le sue calde e sentite tonalità vocali, evocanti la sua Rosa Balistreri.

A fine spettacolo nel suo saluto (P.S.) a commento, il regista ci offre la soluzione data dal titolo: la mafia è appunto un’idea, stante che sono solo 5.000 gli inquisiti contro 5.000.000 di siciliani. Il dato è fornito dalle “forze dell’ordine”. Forse non siamo in queste piccole dimensioni. Basta girare tra le vie delle città siciliane per “respirare” i veri numeri mafiosi. A quota 5.000 potremmo forse trovare il numero dei politici collusi con la mafia, oppure i mafiosi strettamente vegani. Chiunque svolge un’attività in Sicilia ha quotidianamente il contatto con elementi di dichiarata appartenenza mafiosa.

Forse il mondo dello spettacolo non conosce contaminazioni mafiose, per cui il nostro Massimo può proporre di sconfiggere la mafia semplicemente non evocandola. Ma purtroppo i “numeri” sono totali ed assoluti, ed il nostro titolo è molto più vicino alla realtà, in quanto la mafia non è una semplice idea, ma un sistema internazionale che prende ogni aspetto della vita sociale. Oggi il potere politico-mafioso si è saldato in una dimensione globale che chiamiamo MAFIASCISMO.

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