Monica SCHIRRU- Gli aristocratici dell’adulterio (“Non si sa come” di L. Pirandello. Regia di F. Tiezzi. Torino, Teatro Gobetti)

 

Teatro   Lo spettatore accorto



GLI ARISTOCRATICI DELL’ADULTERIO

Non si sa come ©Luca Manfrini

“Non si sa  come”   di Luigi Pirandello

Con Marco Brinzi, Francesco Colella, Elena Ghiaurov, Pia Lanciotti, Sandro Lombardi  Drammaturgia Sandro Lombardi, Federico Tiezzi    regia Federico Tiezzi   scene Paolo Bisleri luci Gianni Pollini   costumi Giovanna Buzzi    Compagnia Lombardi – Tiezzi     Torino, Teatro Gobetti

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Il sipario si apre sulle note de “La morte e la fanciulla” di Schubert. Sullo sfondo scuro si stagliano tre pannelli rettangolari chiari. Quattro musicisti, con  teste di coccodrillo, suonano strumenti ad arco. Impassibili, in eleganti abiti da sera, seduti su sedie di velluto rosso. Un’immagine sublime e suggestiva come un dipinto surrealista- Inizia così il primo dei tre atti di “Non si sa come”,  pièce scritta da Pirandello nell’estate del 1934, che ha debuttato  a Roma in pieno fascismo l’anno successivo.  E che la Compagnia Lombardi – Tiezzi sta portando in tournée  nei  teatri italiani.

Frammentata e decostruita,  “Non si sa come” è una strana storia di passione e gelosia che sconfina nella follia. Una storia di ‘delitti innocenti’ e ‘ingenui tradimenti’ compiuti  appunto “Non si sa come”,   in una condizione psico – fisica simile ad un sogno, in uno stato di “accecamento e stordimento”- profondamente vitale e incontrollabile.  I personaggi che ruotano intorno alla storia – il Conte Romeo Daddi, Donna Bice, sua moglie, l’ufficiale di Marina Giorgio Vanzi, la moglie Ginevra e il Marchese Nicola Respi –  sono  rappresentanti di un’umanità surreale e superbamente elegante, che vive di “pigri sentimenti e pensieri oziosi “, scrive Pirandello. Aristocratici che si muovono in interni signorili, con pareti  fuxia stuccate oro e lampadari di cristallo.

Nel racconto del  loro vissuto – indistricabile groviglio di ragione e istinto – c’è una profonda esplorazione delle emozioni che pervadono l’animo umano  in preda al bagliore di una follia improvvisa. Emozioni, stati d’animo e sensazioni, sono sottoposti ad una minuta  e incessante analisi, ad un lavoro di “microchirurgia” dei sentimenti che degenera in un gioco straziante.

Di grande impatto estetico le scene di Pier Paolo Bisleri, così come i raffinati costumi di Giovanna Buzzi. Magistrale l’interpretazione di Sandro Lombardi   – incisiva  citazione fisica di Dalì – che denuda la falsa coscienza morale borghese, facendosi portavoce di una volontà dionisiaca, irrazionale, inconscia ed istintuale.

“La fronte è dura! Non ci si legge!” – ripete il Conte Romeo Daddi. Come quella di un coccodrillo: dura e coriacea: impenetrabile.

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