Umberto ROSSI-Cognome e nome, Zamperini Louis (“Unbroken”, un film di Angelina Jolie)

 

Cinema    Casa d’altri*

 

COGNOME E NOME, ZAMPERINI LOUIS

 

“Unbroken”, un film di Angelina Jolie

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Il cinema anglosassone mostra una forte propensione per le biografie di personaggi importanti, meglio se filtrate attraverso libri di buon esito commerciale. E’ la strada su cui si è avviata anche “Unbroken” (Infrangibile), opera seconda dell’attrice Angelina Jolie che aveva esordito dietro la macchina da presa nel 2011 con “Nella terra del sangue e del miele” (In the Land of Blood and Honey)

In questo caso lo spunto è offerto dalla biografia dell’atleta olimpico Louis Zamperini, scritta nel 2001 da Laura Hillenbrand (1967) e pubblicata in Italia nel 2013 con il titolo Sono ancora un uomo. Indubbiamente si tratta di della vita, decisamente interessante, di un figlio di immigrati italiani che in gioventù rasentò il mondo della delinquenza minorile per poi diventare un atleta di successo, ammesso nella rappresentanza americana alla Olimpiadi di Berlino del 1936 ove corse i cinquemila metri piazzandosi all’ottavo posto. Arruolato nell’aviazione statunitense, con il ruolo di mitragliere, fu protagonista di un evento clamoroso: l’aereo su cui viaggiava fu vittima di un guasto che lo costrinse il pilota all’ammaraggio in pieno oceano. Qui andò alla deriva, con altri due superstiti, per ben 47 giorni prima di essere recuperato da una nave giapponese e avviato a un campo di concentramento in cui rimase sino alla fine della guerra, sperimentando la crudeltà e le torture a cui erano sottoposti i prigionieri alleati da parte dei carcerieri nipponici.

C’è abbondante materia per almeno tre film che la regista forza entro un solo racconto che, nonostante le oltre due ore di proiezione, lascia qualche perplessità narrativa soprattutto per la parti che riguardano la giovinezza e la detenzione. In altre parole si ha l’impressione di una storia chiusa entro limiti che avrebbero richiesto un maggior respiro e uno stile più originale del classicismo a cui si ispira la cineasta. Su questo versante c’è da dire che la perfezione della fotografia e l’ottimo livello dell’interpretazione non sono sufficienti a far uscire il film dai limiti di una buona qualità media, non memorabile né significativa.  (*cinemaeteatro.it)

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