Scaffale
LA PERVERSA RAGIONE DI UN KILLER
Nel romanzo “Deadlly Heat” di Richard Castle-Fazi Ed.
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Quando si è in vacanza, e perché no, anche nella propria casa, pur con i ritmi lenti dell’estate, un libro è un must a cui chiediamo evasione ed emozione. Se poi amiamo anche il brivido del noir, questo è il libro giusto che fa per noi: Deadly Heat, di Richard Castle (ed. Fazi, 2014). Quinto capitolo di una saga che vede protagonista la detective newyorkese Nikki Heat, affascinante investigatrice della Squadra Omicidi del NYPD.
Con una simile ambientazione, si può immaginare come le situazioni di suspence non manchino, ma con una componente emotiva in più: il fascino di sentirsi trasportare nella vita quotidiana di NYC, questa metropoli glamour con le sue strade e i suoi locali alla moda, le feste esclusive e le colazioni da Starbucks.
Ecco, appunto! Perfino un caffè consumato in un locale di downtouwn è foriero di un pericolo mortale: è lì che la detective Heat subisce un tentativo di avvelenamento, risolto in una rocambolesca – e molto cinematografica – fuga da parte dell’assassina, una spia che cerca in ogni modo di fare fuori la Heat. Il motivo? La madre di Nikki era un’agente della CIA che operava sotto copertura – ufficilamente svolgeva un’attività da insegnante di pianoforte –, ma è stata uccisa undici anni prima da un traditore interno ai servizi, tutt’ora sconosciuto, ma che la figlia vuole smascherare a ogni costo, per fare giustizia e placare il proprio dolore. Un dolore immutato nel tempo ed anzi aggravato dalla frustrazione di non riuscire a scoprire l’identità del colpevole. Ovviamente i nemici le si scatenano contro da tutte le parti.
In questa storia già complicata, si inserisce la variabile dell’assassino seriale. Al caso della madre di Nikki, ne ne aggiunge un altro più urgente, visto il susseguirsi di delitti sembra non arrestarsi; questi sono legati da un particolare: tutte le vittime erano in qualche modo dedite all’investigazione o al controllo di attività varie, con un ispettore della ristorazione, una giornalista che si dedica alla tutela dei consumatori, un esperto di recupero oggetti d’arte, un disinfestatore di insetti che fa della caccia all’acaro una missione, trasformandola perfino in un lavoro da imbonitore televisivo.
Ma il vero colpo di scena arriverà quando si scopre che tutto questo porta a lei, a Nikki, l’investigatrice per antonomasia e la più celebre di New York, la vittima designata e la più agognata dal killer. Come nel film “Sei gradi di separazione”, l’assassino porta avanti ogni episodio omicida come una tappa per arrivare alla Heat; il tutto si lega simbolicamente con dei laccetti, di vario colore, trovati sulle vittime in un’inquietante trait d’union di terrore.
La ragione perversa del killer? Pare che egli voglia sopprimere tutti quelli che, pur in maniera diversa, cerchino di smascherare situazioni oscure, illegali – del resto, anche la disinfestazione dei poveri acari è una sorta di ripulitura del mondo. Naturalmente, Nikki Heat verrà a capo dei propositi contorti del killer e riuscirà anche, in una doppia indagine che la impegna totalmente, a smascherare l’agente traditore che uccise la madre, in rocambolesche corse contro il tempo e situazioni impreviste, in cui si profilerà un rischio ulteriore per la città di New York.
In tutto questo ad aiutarla è la sua squadra, e soprattutto il suo fidanzato giornalista che con strade più o meno fantasiose e spesso strampalate, ma sempre con l’impronta di una geniale originalità, offre agli scettici poliziotti del Distretto ipotesi che alla fine porteranno alla soluzione.
L’Autore, Richard Castle, è un maestro del giornalismo americano, e si vede: i colpi di scena si presentano ad ogni capitolo. Ogni tassello dell’incastro perfetto ci sa tenere in tensione, soprattutto la parte, così attuale, che riguarda il irschio di un possibile attentato batteriologico contro le nostre città, paura che si collega ai nostri timori inconsci e più segreti.
Ma tranquilli, la detective Heat saprà svelare ogni piano criminale e leggendo queste pagine riusciremo forse anche dimenticarci del mondo, almeno per un po’. Nel caldo di quest’estate, al riparo dell’ombrellone, Dedly Heat riuscirà a darci i brividi.