Teatro Quirino di Roma- Dal 6 maggio, Luca De Filippo in “Sogno di una notte di mezza sbornia”

 

 

Cartellone

 

 

Teatro Quirino  Roma

Dal 6 al 18  maggio

La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo presenta

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA

di Eduardo De Filippo
liberamente tratta dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti

Con Luca De Filippo  Carolina Rosi   Nicola Di Pinto   Massimo De Matteo Giovanni Allocca  Carmen Annibale  Gianni Cannavacciuolo 
Paola Fulciniti  Viola Forestiero
regia Armando Pugliese scene Bruno Buonincontri  costumi Silvia Polidori  musiche Nicola Piovani luci Stefano Stacchini

 

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Dopo il lavoro degli ultimi anni, durante i quali è stato realizzato un puntuale approfondimento sulla drammaturgia  di  Eduardo del primo  dopoguerra, con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente  tematico, sui testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di “Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia scritto” .

Infatti “Sogno di una notte di mezza sbornia” scritta da Eduardo nel 1936- ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.

Questa commedia  fu tratta da “La fortuna si diverte”, scritta da Athos Setti nel 1933 per la scena toscana; fu poi rappresentata nel 1934 da Ettore Petrolini in romanesco con il titolo “La fortuna di Cecè” e da Angelo Musco in  siciliano come “La Profezia di Dante” per  arrivare  nel  ’37 al Teatro Umoristico dei De Filippo col titolo e l’adattamento che conosciamo, con numerose riprese durante le  varie  stagioni  dato  lo  straordinario  successo  riscontrato. La  commedia fu valutata  dalle recensioni  dell’epoca  tra  le  più  esilaranti  che  la  compagnia  Umoristica  “I De Filippo” abbia  mai  messo  in         scena.
“…Attraverso questo lavoro Eduardo ha l’opportunità di indagare profondamente sui linguaggi, le forme,  i  ritmi  teatrali, […] di  fare propria una commedia scritta da altri  restituendo  alla  collettività teatrale la sua identità di artista e di creatore.” (R. De Simone)

Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della  classica e antica  tradizione  teatrale  napoletana  con  le  tematiche  che  saranno  sviluppate appieno nelle sue commedie successive.  Al centro di “Sogno di una notte  di mezza sbornia” c’è dunque il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.

Nello  sviluppo  della commedia è  inoltre  presenza  sostanziale  la  comunità  dei  familiari  e  degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia.

E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena.

Ancora una volta  Eduardo, in  modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un’occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo.

 

Sinossi:


‘A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sottolineando però che essi rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. Di lì a poco, la quaterna esce e Pasquale  vince una forte somma di denaro; la famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e nessuno si preoccupa della  crescente  disperazione  del  povero  Pasquale,  terrorizzato  dalla  sua  “imminente”  morte, cercano  anzi di  convincerlo  del  fatto  che  si  tratti solo  di  una  sciocca  superstizione. Il giorno annunciato  però  la  famiglia  si  veste  a  lutto:  tutti,  ormai, sono convinti che quelli siano gli ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato un colpo di scena riapre il gioco…’

 

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