Franco LA MAGNA- La memoria. Franco Enna e il ‘giallo di provincia’ (quasi ignorato dal cinema)




La memoria



 

FRANCO ENNA IL “SIMENON ITALIANO”

Dimenticati dal cinema i suoi ‘gialli di provincia- Dai romanzi di  Enna trasposti soltanto due film (purtroppo mediocri)

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Nel filone del “giallo d’arte” (ne ha scritti più di cento), che gli ha procurato l’epiteto di “Simenon italiano” dopo aver creato la figura del commissario Federico Sartori, s’innesta l’eclettica figura dello scrittore-poeta-drammaturgo-giornalista di Franco Enna, al secolo Franco Cannarozzo (Enna 1921 – allora denominata Castrogiovanni – Lugano 1990), romanziere siciliano di vastissimi ed eterogenei interessi culturali, precursore acclarato del “giallo di provincia”  anticipatore quindi di Sciascia e Camilleri (uno dei suoi grandi estimatori), che nelle provincie siciliane hanno ambientato le loro intricatissime vicende gialle. Per quanto raramente accostato dal cinema, dalla copiosissima produzione letteraria di Enna la “settima arte” ha comunque attinto per due film, diretti tuttavia da registi di “b-movies” che poco hanno aggiunto alla sua fama di scrittore:  ”Omicidio per appuntamento” (1967) del regista-sceneggiatore e pittore romano Mino Guerrini, tratto dal romanzo “Tempo di massacro” pubblicato da Mondadori (1955), poi ripubblicato nella collana “Capolavori dei gialli” Mondadori e “L’ultima chance” (1963) del più noto regista-sceneggiatore e montatore fiorentino Maurizio Lucidi (alias Brigh Maurice) dal romanzo “Asfalto”(Piacenza, “La tribuna”, 1965).

Detective-story vagamente imparentata con “Il terzo uomo”, il famoso film di Carol Reed del 1959 con Orson Welles, “Omicidio per appuntamento” – sceneggiato dal pugliese Fernando Di Leo (tra gli altri regista de “La seduzione”, tratto dal romanzo “Graziella” di Ercole Patti) e lo stesso Guerrini (che compare tra gli attori) – segue le non poche peripezie d’un detective americano in vacanza in Italia nella capitale, alla ricerca d’un amico scomparso che alla fine verrà ucciso. Scarsamente distribuito ed interpretato da un cast d’attori poco noto, resta però “…con un uso acrobatico della macchina a mano, lampi di umorismo nero… quanto di più simile al cinema di Lester (se non a quello di Suzuki) si sia mai fatto in Italia…Da recuperare” (P.Mereghetti).

Il secondo (“L’ultima chance”) – un film d’azione dai risvolti gialli, anch’esso parzialmente distribuito nonostante l’interpretazione della diva Ursula Andress (allora considerata prorompente sexysimbol, della quale viene sfruttato il notevole appeal) e dei conosciutissimi Eli Wallach, Massimo Girotti, Fabio Testi e Barbara Bach – vanta un plot piuttosto avvincente ma tutto sommato abbastanza convenzionale (a seguito d’un sanguinoso colpo ad una gioielleria moriranno molte persone, rimarrà un solo superstite braccato dalla polizia…), aggravato dallo scarso scavo psicologico dei personaggi.

Non molto frequentato dal cinema italiano il genere fantascientifico e quello giallo-poliziesco (che comunque vive una sua stagione d’oro negli anni ’70) sembrano aver chiuso con Enna, dopo la breve parentesi di questi due film ‘minori’,  ogni proficuo rapporto di collaborazione.                                                                                                                                Trasferitosi in Svizzera, dove ha vissuto per molti decenni, narratore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore e giornalista brillante, Enna ha collaborato a riviste e quotidiani sia nazionali che esteri ed ha lavorato per la televisione svizzera ed italiana. Ha pubblicato con Mondadori, Longanesi, Rusconi, Sonzogno, ecc, prediligendo investigatori antieroi ed umani che, armati d’infinita pazienza e rifuggendo da gesta spettacolari, operano in ambienti dove pericoli mortali si annidano dietro superfici di confortante normalità…

La Sicilia, presenza ossessiva nell’imaginerie di Enna, non è naturalità felice e rifugio rassicurante, paradiso d’infanzia perduta o luogo privilegiato di una personale mitologia. “Recuperata alla contemporaneità storica, la realtà isolana è assunta con il rigore dello studioso, con la preoccupazione di mantenere i problemi sul piano politico evitando ripiegamenti intimistici ed evasioni idilliache…” (G. Padovani).            Scrittore dunque anti-dilliaco e poco incline a vaneggiamenti, Franco Enna (che è stato anche tra pochi narratori italiani ad essere ospitato dalla famosa collana della Mondadori ‘Urania’) ha pagato l’abbandono della terra natìa con un oblio inflittogli anche dalla sua Sicilia ed, ancor più, dalla città dalla quale ha sentimentalmente (ma improvvidamente) assunto lo pseudonimo. Come spesso, anzi spessissimo, avviene: ‘nemo propheta in patria’.

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