Teatro Due di Roma- “Cover: Stairway to Heaven” di G.Genta e M.Schiavoni (22 aprile)”
Cartellone
Teatro Due di Roma
Cover: Stairway to Heaven
Dedicato alle persone che hanno perso le speranze di poter cambiare…
di e con
Caterina Genta e Marco Schiavoni
testi e canzoni di
Led Zeppelin, Dalla, Ramazzotti, Pink Floyd, Modugno, Buscaglione, Fossati, Battisti, Mogol, Lorca, Eno, Gaber, Jobs, Patti Smith
testi e musiche originali di
Caterina Genta e Marco Schiavoni
con l’amichevole collaborazione di
Fabio Nardelli (Rock band Uniplux in video)
Davide Alivernini (arrangiamento e clarinetto di “Guarda che luna”)
e la partecipazione speciale di
Shel Shapiro (in video)
e Alessandro Gassmann (voice over)
costumi: Monica Guadagnini
disegno luci e assistenza tecnica: Valerio Sabino
Una produzione Balletto di Spoleto / Studio Zobit- Martedì 22 aprile ore 21
Sede del Teatro Due: Vicolo dei Due Macelli 37, Roma
Ufficio Stampa a cura di Elisabetta CastiglioniTel +39 06 3225044 – +39 328 4112014
elisabetta@elisabettacastiglioni.com
Non una semplice performance di Teatro-Canzone, ma un vero e proprio esperimento subliminale in cui la musica dal vivo suonata da Schiavoni, l’interpretazione vocale-danzata di Caterina Genta e le videografie che “fuoriescono” dallo schermo quali veri e propri personaggi drammaturgici – elaborate insieme a Fabio Nardelli e alla storica rock band romana degli UNIPLUX – ben si amalgamano al repertorio musicale prescelto, che va dai Led Zeppelin a Fred Buscaglione. Tra i brani selezionati (e riarrangiati in funzioni dell’episodio scenico preposto) alcuni must evocativi come Stairway to Heaven, presente anche in versione italiana con la voce fuori campo di Alessandro Gassman, By this river di Brian Eno, Because the Night di Patti Smith, Wish you were here dei Pink Floyd ma anche uno sprazzo d’Italia con la forza vocale del Modugno di Meraviglioso o la poesia di Dalla nel Parco della luna, fino alle canzoni-denuncia La libertà di Gaber e Che colpa abbiamo noi dei Rokes (con l’amichevole partecipazione in video di Shel Shapiro).
Dall’importanza del silenzio come messaggio di pace e di speranza espresso con movimenti di danza Butho della stessa Genta alla famosa affermazione di Steve Jobs rielaborata in musica e immagini (“Chi ha voglia di cambiare il mondo non può essere fermato”), tra simboli e poesia di gesto-parola-suono, tutto in questo spettacolo è occasione non solo per apprezzare un linguaggio artisticamente interattivo, ma per stimolare nelle nostre menti il coraggio di credere in un mondo migliore, in “una scala per il paradiso”.