Fr. L. Ma. – A Vito Cardaci il Premio De Seta del Bif&St
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A VITO CARDACI IL PREMIO “DE SETA” DEL BIF&ST
Bari International Film Festival | |
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Con il documentario “L’albero di Giuda”
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Il siciliano Vito Cardaci con l’ “anomalo” documentario “L’albero di Giuda” (2014, durata 40’) si è aggiudicato il premio “Vittorio De Seta” alla 5.a edizione del “Bif&st” di Bari, diretto da Felice Laudadio. La Giuria, presieduta dal noto critico d’arte Achille Bonito Oliva, ha conferito il premio con la seguente motivazione: “Per ritmo, ironia, linguaggio e capacità di denuncia. Un’opera che racconta in maniera icastica l’arte del tradimento politico nei confronti di una realtà staccata dal continente e insulare, la Sicilia. Una regione che non è soltanto un’entità geografica, ma un luogo che ha subìto indifferenza, populismo e un fallimento sociale legato al cinismo di una classe padronale arcaica. Il film ha la capacità di evidenziare una negatività ancestrale attraverso uno sguardo ironico, secondo la definizione di Goethe: ‘..l’ironia è la passione che si libera nel distacco”. Tale distacco produce comunicazione e denuncia nello stesso tempo”.
“L’albero di Giuda”, racconto al vetriolo ma al contempo dotato con intelligenza della necessaria ironia che ne fa un godibile (per quanto rabbrividente) racconto dell’ormai ultrasecolare tradimento del ceto politico isolano nei confronti della propria terra, affonda le profonde motivazioni che hanno spinto Cardaci alla realizzazione in quella secolare, arcaica, delusione storica ed insoddisfazione morale e sociale del popolo siciliano da sempre “tradito” dalle classi dominanti, più o meno alleate con il potere mafioso e che sotto l’etichetta di “sicilianismo” hanno subdolamente e strenuamente difeso soltanto interessi di parte.
Il documentario estrapola l’ultima stagione del “tradimento”, quella dell’ex Presidente della Regione Totò Cuffaro (detto “Totò vasa vasa) che sta scontando sette anni di galera per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Accanto a Cuffaro i suoi “fideles” (assessori regionali, sindaci e affini) altrettanto abili nell’arte della menzogna e dell’imbonimento. Efficace l’inserimento delle sublimi note mozartiane (il “Lacrimosa”, tratto dal “Requiem”, ultima opera incompiuta del più grande genio musicale mai vissuto), sulle quali Cardaci mostra il disastro della rete stradale dell’isola.