Franco LA MAGNA- Cinema.Recensioni brevi (“Nymphomaniac”,”Prossima fermata”)
Cinema Recensioni brevi
DUE FILM RECENTI
“Nymphomaniac” di Lars Von Trier
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Il danese Von Trier (che, a suo dire, dei fischi se ne infischia), con alle spalle conquistata nomea scandalistica di ribelle controcorrente, gira un porno in due versioni (soft, con i tagli autorizzati e hard che non si sa bene dove vedere…per chi ne abbia voglia), raffazzonando un’opera su una giovane ninfomane – noiosamente impegnata in estenuanti copule con amanti occasionali – tracimante d’inserti extradiegetici (immagini fuori dal film, da supporto ad un “montaggio connotativo”) e di arditi e ridicoli accostamenti tra sesso, musica (polifonia di Bach), matematica (Fibonacci), letteratura (Poe) e pesca con la mosca.
Una ridda di banalità sull’amore che la protagonista aborre, canzonando gli amanti accidentali (a molti dice d’aver provato l’orgasmo per la prima volta). Lei, infatti, è una che taglia prima le unghia della mano destra (temeraria metafora sulla weltanschauung), perché – secondo le temerarie speculazioni filosofiche di Von Trier – chi taglia prima quelle di destra affronta di petto le avversità della vita e via di questo passo.
Ma il vero interesse del film vortica tutto intorno all’efebica protagonista in preda a deliri erotici (non se ne capisce il perché, rimandato al secondo capitolo), schiava della religione del “Mea vulva, mea vulva, mea maxima vulva”, praticata dal gruppetto della adpte agli accoppiamenti replicanti. Straziante la sequenza del padre morente e da manuale l’intervento di Uma Thurman, isterica moglie tradita che incita i figli all’odio verso il consorte. Interpreti: Charlotte Gainsbourg – Stellan Skarsgård – Shia LaBeouf – Willem Dafoe – Uma Thurman – Udo Kier – Jean-Marc Barr – Caroline Goodall – Kate Ashfield – Stacy Martin – Christian Slater – Sophie Kennedy Clark – Michael Pas – Saskia Reeves – Jamie Bell – Jesper Christensen – Omar Shargawi.
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“Prossima fermata -Fruitvale station” di Ryan Coogle
Esordio “carbonaro” per uno scomodo regista indipendente che lancia uno spietato atto d’accusa contro i metodi repressivi e violenti della polizia americana, raccontando la morte del ventiduenne nero Oscar Grant, ammanettano e ucciso in una stazione della metropolitana la notte dell’1 gennaio 2009 dalla polizia di Oakland. Girato in venti giorni nelle stesse location dove i fatti sono realmente accaduti.
Onusto di riconoscimenti (tra cui il Gran Premio della Giuria e del Pubblico al Sundance 2013), scarsamente distribuito negli USA in Italia resta praticamente semisconosciuto. Il poliziotto assassino condannato a due anni di galera è uscito di prigione dopo 11 mesi. Interpreti: Melonie Diaz, Chad Michael Murray, Kevin Durand, Michael B. Jordan.