Francesco NICOLOSI FAZIO- Impagabile (Tuccio Musumeci in “Non ti pago” di Eduardo.Teatro Brancati, Catania)



Teatro   La sera della prima

 


IMPAGABILE

Non ti pago.  Di Eduardo De Filippo.  Regia di Armando Pugliese.  Scene di Riccardo Perricone. Costumi di Dora Argento.  Con Tuccio Musumeci, Olivia Spigarelli, Chiara Seminara, Giovanni Rizzuti, Riccardo Maria Tarci.

Al Teatro Brancati – Teatro della città

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Memorabile, divertente, quasi commovente. Anche perché si ride sino alle lacrime. E’ come veder recitare intere pagine viventi della storia del miglior teatro siciliano. Da sempre portate nel cuore dal Grande Tuccio Musumeci, Il massimo è poi mostrarle all’opera ai propri figli.

Le strade si fermavano per l’ascolto del meraviglioso “Il ficodindia” (vero gioiello) dalla sede RAI di Catania, oppure quando un gelataio diffondeva le esilaranti storielle con il Grande e Pippo Patavina. Tra queste storielle: l’aereo dirottato a Pechino confuso con Pachino ed il tormentone “La porta, il melone” dialogo, a dir poco, Beckettiano. Nel trio che i due facevano con Pippo Baudo è risaputo che il meno bravo era proprio Pippo. L’energia scenica che emana Tuccio non è per niente inferiore a quella di 50 anni fa.

Anzi qualche misterioso potere para-normale consente all’attore di far ridere prima ancora che pronunci la battuta, basta forse un alzare di sopracciglio o un impercettibile variare di postura, ed ecco che subito esplodono le risate, al punto che poche sono le battute che si sentono veramente. E non si tratta di una consuetudine dei coevi, perché anche i giovanissimi vengono colti dal misterioso effetto. Esilarante.

Serve la storia? Solo per pochi. Un proprietario di ricevitoria del lotto “dell’arte sua ne accampa scarso”, in quanto nonostante le notti insonni, passate ad interpretare le nubi  mediante la “smorfia”, non riesce mai a vincere un bel niente. Fortunatissimo, invece, il suo impiegato che, oltre a corteggiare la figlia, vince sistematicamente su tutte le ruote, grazie all’aiuto notturno dei suoi parenti defunti.

Ma il colmo avviene quando il padre morto del titolare appare in sogno al giovane impiegato, vaticinando una quaterna stramba e milionaria. Il proprietario del lotto, accampando un diritto ereditario sulla rivelazione onirica, si impossessa della opulenta ricevuta e si trincera nel “Non ti pago” del titolo. Alla fine, dopo diatribe anche legali, non vince nessuno.

Lo spettacolo è perfetto. Intanto nella ghiotta versione in siciliano, di cui non siamo riusciti a conoscere il bravo traduttore. Piece perfetta anche nella scena: fresca, linda ed ariosa; nei costumi; gioiosi e teatralmente verosimili; nella regia metronomica, che impone un ritmo moderno dove Musumeci conduce le danze, diventando una sorta di secondo allenatore in campo, lavorando simbioticamente con il bravissimo Pugliese.

Bravissimi anche tutti gli altri attori, splendida Olivia Spigarelli che tiene testa al “marito” Musumeci con naturale piglio e moderna grinta, che diviene più credibile nella versione “catanese”. Del resto si diceva un tempo che “Se a Napoli agghiorna a Catania fa lustru!”, ciò certamente è vero per il nostro teatro, dove il “Brancati” in pochi anni (per tutti difficili) è risuscito a trovare un ruolo notevole in una città che ha quasi più teatri che chiese.

Quanto dovrebbe costare il biglietto di uno spettacolo che ci mette dinanzi ad un vero mostro sacro, ci diverte alle lacrime e fa letteralmente bene alla salute?

Nel titolo la risposta.

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