Francesco NICOLOSI FAZIO- Tempi suplementari: la piramide del potere
Tempi supplementari
MAGISTRATURA
GOVERNO STAMPA
CAMERE CRIMINALITA’ (*)
La piramide del potere
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L’insolito titolo altro non è che una rappresentazione grafica della nostra realtà istituzionale. Se stampate in un foglio l’articolo potete anche sbizzarrirvi a tracciare gli elementi che congiungono i cinque poteri riconosciuti, così riconosciuti almeno in Italia.
Per i non assidui lettori di questo sito ricordiamo che ai tre poteri istituzionali: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario, da tempo sono stati aggiunti il quarto ed il quinto. Se avete stampato l’articolo potete congiungere a piacimento, magari con penne colorate, i probabili legami tra i cinque poteri. Citiamo solo quelli universalmente riconosciuti. Le camere approvano le leggi che vengono attuate dal governo e verificate dalla magistratura. Questa attinge da “notizie di stampa” i motivi per inchieste per lottare la criminalità, più o meno organizzata. Recentemente è emerso che per essere eletto qualche parlamentare si è rivolto alla criminalità e per questo è stato perseguito dalla magistratura e sputtanato dalla stampa. Alcuni magistrati sono stati eletti alle camere, anche a seguito di loro indagini (uno per tutti:Di Pietro!), altri sono arrivati al governo. Giornalisti televisivi sono stati eletti al parlamento sfruttando la loro immagine; mentre alcuni giornalisti, con l’aiuto dei politici, raggiungono posti di prestigio, non solo alla RAI, dove poi gestiscono programmi di opinione (?) dove invitano, genuflettendosi, i loro politici di “riferimento”. Nulla di nuovo sotto il sole, diceva un vecchio libro (la Bibbia).
Se, magari solo idealmente, avete tracciato i collegamenti tra i cinque poteri, si forma un reticolo dove è facile restare intrappolati, anche gli imprenditori (magari catturati dai politici “prenditori”) restano invischiati o, a loro volta, fanno invischiare i politici, ministri compresi.
Ma la grande novità, tutta italiana, è determinata dal fatto che i primi due poteri istituzionali hanno sostanzialmente demandato al terzo la gran parte della gestione della cosa pubblica, grazie a leggi indecenti (a partire dal “porcellum”) e ministri sconvenienti, o a volte semplicemente incapaci. Il povero Napolitano, che purtroppo è il miglior presidente possibile, di ciò soffre triplicemente, in quanto la carta costituzionale ha espressamente previsto nella sua figura l’intersezione dei tre poteri istituzionali: 1) è eletto dalle camere (che può sciogliere), promulga le leggi, emette i Decreti; 2) nomina i ministri; 3) presiede il Consiglio Superiore della Magistratura; istituzione di controllo per il terzo potere, per promozioni e provvedimenti disciplinari, una sorta di terzo parlamento.
Come diceva Brecht: sfortunato il popolo che ha bisogno di eroi. Difatti gli ultimi eroi in Italia sono provenuti dalla magistratura. Questo fatto storico ha enormemente ed ulteriormente contribuito al prevalere della magistratura nei confronti degli altri due poteri istituzionali, formalmente ad essa superiori (primo, secondo, e terza) ma oggi in posizione anomala e sbiadita. Certamente nessuno mai includerà tra gli eroi della nostra sfortunatissima repubblica un qualche ministro o parlamentare, individui da cui nessuno neanche si comprerebbe un’auto usata, altro che eroi….
Ma sulla magistratura si è posto un peso rilevante e forse insostenibile, in quanto il potere giudiziario si è fatto carico (espressione calzante!) di competenze e responsabilità che travalicano il consueto, facendo assumere alla magistratura un ruolo che diviene oggettivamente eccessivo, sia nei termini concreti della “praxis”, che in quelli ideologici e sociali, perché l’infingardo popolo italiano percepisce che l’unica speranza è rimasta nella magistratura, sapendo che è forse l’ultima. Il possibile fallimento morale, economico, sociale e politico (democrazia non del piffero)) della nostra nazione non sarà attribuito ai veri colpevoli: politici ed imprenditori corrotti, ma verrà iniquamente diviso anche con chi sta tentando di lottare per la vera giustizia.
Dovrebbero essere i magistrati.
(*) Il titolo è volutamente su tre righe